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Lorenzini e Machella: quando una sagra merita


Lorenzini e Machella: quando una sagra merita
 

A Selvarotonda di Cittareale la sagra della braciola per produrre e promuovere il territorio. Ed “Amatrice”, birra pronta a spiccare il volo nel mercato


di  Rosella Vivio

 

A Selvarotonda di Cittareale la sagra della braciola per produrre e promuovere il territorio. Ed “Amatrice”, birra pronta a spiccare il volo nel mercato

di Rosella Vivio


Quando conservazione e sviluppo si danno la mano, il risultato è una sagra della braciola che si tiene da una sessantina d'anni a Selvarotonda, paradiso sciistico montano dell'Alto Velino, comune di Cittareale. La sagra si svolge nei pressi di una fabbrica di birra nata per dare lavoro a rifugiati politici, ma con effetti benefici sull'intero territorio. Una fabbrica piccola, ma in crescita, per prodotti di eccellenza. È il birrificio di “Alta quota”, la cui ultima nata “Amatrice”, è prossima all'ingresso nel mercato.


Le sagre sono cultura. Soltanto un malinteso senso del termine può relegarle a fenomeno inferiore ad una sonata di Beethoven o al teatro di Racine. Non serve scomodare uno studioso di antropologia culturale come Alberto Maria Cirese per ricordarlo. Ma come ogni prodotto umano anche le sagre vanno misurate col metro del merito. Ce ne sono alcune che valgono il contributo regionale, altre no.

Di birra, impresa e sagre parliamo con Claudio Lorenzini, presidente della cooperativa “Il Gabbiano”, da cui è nato il progetto per i rifugiati, e con Valeriano Machella, organizzatore della Sagra della braciola di Cittareale, presidente della Pro Loco e direttore del Giornale di Rieti.

Claudio, visitare questo birrificio, con uno spazio sproporzionato rispetto all'alta qualità di quanto vi si produce fa pensare a quanto sia pretestuoso invocare la mancanza di risorse quando si vuole intraprendere.

Sì, quello che serve è la volontà.

Volontà e intelligenza, certo. Ma parliamo di “Amatrice”.

“Amatrice” è il risultato di mesi di ricerca e della collaborazione del nostro birrificio con ristoratori romani originari di Amatrice. Sarà una birra da abbinare con la pasta all'amatriciana, nata specificamente per questo.

E se si volesse abbinarla ad altri condimenti?

L'importante è che siano sughi grassi. La birra “Amatrice” è stata studiata per sposarsi alla forza del grasso. Lei porta la sua leggera freschezza ( ride). All'impresa hanno partecipato, a costo zero, cioè mettendo a disposizione la parte logistica, anche i comuni di Amatrice e di Cittareale. La prossima sagra degli spaghetti all'amatriciana del il 31 di questo mese ed il 1 di settembre, ad Amatrice, naturalmente, vedrà l'ingresso nel mercato della nuova creatura di questo birrificio (dice con lo sguardo acceso di orgoglio).

Il mercato risponderà?

Abbiamo già finito le scorte. Un risultato sorprendente. Certo, va riconosciuta la potenza promozionale di Amatrice. Ormai il nome è noto in tutto il mondo. Ma noi puntiamo sempre all'eccellenza e il mercato chiede questo. Noi lavoriamo su ricerca, sviluppo e marketing territoriale. Col prodotto promuoviamo anche il territorio. Fin dall'inizio è così.

Quanti siete a lavorare nel birrificio?

Siamo in nove. Tra un paio d'anni speriamo di raddoppiare il numero.

Ed ha sempre la funzione sociale delle origini?

Certo! Abbiamo quattro ragazzi rifugiati afgani, bravissimi, ed il resto sono giovani di Cittareale. Noi scommettiamo che la birra “Amatrice” batterà il vino, compagno da sempre dell'amatriciana. Ce l'abbiamo messa tutta.

Noi, certo, è giusto dire così, ma so quanto c'è di tuo in questa impresa.

Di mia moglie, di mio fratello e di tutti. Noi, perchè quando si lavora con lo stesso obiettivo il singolo non conta.

Auguri e complimenti a tutti, allora.

Mi allontano accompagnata dal suono dell'organetto alla ricerca di Valeriano Machella. Facile individuarlo tra la folla ed i tavoli, tutti occupati, mentre l'odore della carne arrostita ti solletica l'olfatto. Alto com'è e con un panama bianco proporzionato, per grandezza, alla luce di un sole potente, lo s'individua facilmente.


Valeriano, parliamo un po' di questa sagra?

Volentieri. Questa sagra è la terza per ordine di età nella provincia di Rieti, è organizzata dalla Pro Loco e chi si avvicenda alla sua guida porta avanti il progetto. Oggi l'impegno è molto maggiore, e se raggiungi un certo successo la soddisfazione è doppia. Cinquanta anni fa, quando nacque, in questo giorno c'era solo la sagra della braciola, oggi ce ne sono sei nel raggio di 20 chilometri. Poi, oggi la gente ha più capacità di scelta. Se viene qui, a 1600 metri di altezza, è perché l'offerta è considerata migliore. Il vero problema sono le risorse. Sono sempre di meno.

Lo sperpero di danaro pubblico ed il sistema della distribuzione a pioggia del contributo regionale di qualche anno fa era quasi immorale, però, oltre che non più sostenibile.

Su questo la pensiamo allo stesso modo. Penso che spendere 30 mila euro, per finire con i fuochi artificiali (altamente inquinanti n.d.r ) oggi, con la crisi che c'è, debba farlo soltanto chi rappresenta davvero un aspetto culturale e promozionale per il territorio. Farlo per ogni assurdità che viene in mente a qualche Comune è sbagliato. Questa festa è nata per promuovere la conoscenza di questa montagna. È grazie all'intuizione di chi la pensò che sono stati realizzati gli impianti di risalita ed il terminal che vedi. Ancora oggi la sagra ha la funzione di far conoscere Cittareale e le sue risorse. Non è fatta per intrattenere i locali.

Insomma è marketing. Modernissimo e necessario marketing.

Sì, e se riesci a farla con i pochi soldi che hai la soddisfazione è massima.

So che a Leonessa, per la sua sagra delle patate arrivano non pochi soldi.

È così e se lo merita. Non è la sagra del melone e della panzanella. Quella festa ha un valore culturale storico e di mercato importante. I soldi pubblici vanno indirizzati dove diventano produttivi, non a dare contentini qua e là per chi cerca solo voti.

Saluto Valeriano e guardo intorno a me. Bella festa. Ottima semina ed ottimo raccolto, mi sembra.

 

da 'il Giornale di Rieti'...

 

 

mercoledì 14 agosto 2013

 
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