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Cittareale e la sua Valle

Cittareale e la sua Valle

Antonio D'Andreis
1961 Abete Editrice
pagine 118
€ 12,00

Indice

- Introduzione
- Le origini sabino-romane
- Invasioni barbariche e ulti anni di Falacrina
- La Madonna di Cado d'Acqua e la nascita del Cupello
- La Rocca di Manfredi a difesa di un Regno
- Cittareale nella lotta di successione al trono di Napoli
- Le contese dei confini
- Lotta contro il brigantaggio
- Aspetti di vita religiosa e sociale
- Cittareale nel primo secolo dell'Unità d'Italia
- Cittareale nell'Italia di oggi e di domani

Appendice

- Amministratori dal 1860 ad oggi
- Opere realizzate dalle amministrazioni comunali
- Entrate e spese effettuate dal Comune di Cittareale
- Dal catasto fondiario della fine del 1600

«Spinto dal desiderio di far conoscere meglio il nostro paese ho tentato di raccogliere tutti quei documenti e quelle notizie utili per la realizzazione di una monografia da pubblicare in occasione del settimo centenario della fondazione di Cittareale.Non so se sono riuscito nell'intento, ma considerando che non sono nè uno scrittore nè uno storiografo, spero nell'indulgenza dei lettori. Fin dal primo secolo dopo Cristo la nostra valle divenne ambita meta di ricchi romani che, fuggendo le calure dell'Urbe, trovarono tra la nostra incantevole corona di monti, refrigerio, aria salubre e, più che altro, abbondanti e fresche acque ricche di pro­prietà terapeutiche. Allora ai piedi del monte Tito sorgeva la città di Falacrina e numerose ville dominavano la valle dai poggi circostanti. I Flavi scelsero questa città, che da loro fu abbellita e arricchita per loro dimora estiva. Le invasioni barbariche prima e i terremoti poi, sconvolsero più volte la zona. Il Medio Evo e la fondazione di Città Reale (1261) con la sua munitissima Rocca fecero della valle un avam­posto spesso conteso e perciò più volte abbandonato dalla popola­zione; la valle assunse quindi le caratteristiche di una posizione strategica. Da allora gli abitanti si riversarono verso la grande città vicina, Roma. La terra venne abbandonata e restò solo un vago ricordo dell'antica Falacrina e delle bellissime ville delle quali si può stabilire l'ubicazione per mezzo dei ruderi che, in questi ultimi anni, con l'uso del trattore, vengono alla luce. L'unificazione italiana trovò una robusta colonia di Cittarealesi a Roma che al Paese ritornavano solo durante le Feste e i mesi caldi. I migliori cuochi, pasticceri e camerieri dell'Urbe furono e sono oriundi della nostra terra e molti di essi si sono affermati nel campo dell'industria alberghiera. È con un appello a quest'ultimi che voglio chiudere questa introduzione: Avete senz'altro visitato stazioni climatiche italiane. Avete certamente visto fotografie di decantati luoghi turistici. Ebbene cosa ha loro da invidiare la nostra stupenda valle con la sua altrettanto stupenda corona di monti ? Corona di monti sulle cui vette fresche sorgenti, immensi e ondulati prati offrono d'estate incantevoli passeggiate e d'inverno magnifici campi di sci che forse farebbero invidia alle più rinomate stazioni invernali che oggi si conoscono. E quest'opera meravigliosa della natura ha bisogno di essere completata dalla mano e dall'intelligenza dell'uomo. Risorga l'antica Falacrina con moderne strutture e s'invitino i romani a ri­prendere, nella stagione propizia, l'antica. e fra non molto, speriamo, non più tortuosa via Salaria.»
Tratto dal libro "Cittareale e la sua valle" di Antonio D'Andreis


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